Lungo il versante destro idrografico della Valle erano presenti cinque alpeggi ora abbandonati, di alcuni di essi rimane ben poco... percorrendo l'unico sentiero segnalato presente, quello che porta alla Bocchetta di Terza, si passa dall'Alpe Zunchi (I Zünch), l'Alpe Prebusa (Prá dül Bisá) [in questa zona un altro sentiero sale verso l'Alpe Vou e Cortechiuso], e l'Alpe Val Viccio.
Più in alto sotto la cresta che dal Motto, passando dal Motto Canté, sale verso la bella cima del Lidesh (Link), le vecchie mappe segnano due alpetti, l'Alpino (nominato solo sulla carta IGM), e un altro senza nome alla quota di circa 1430 m.
Si tratta della Valacèria, toponimo con cui si identifica, oltre all'alpetto, anche tutta la zona; si potrebbe anche definire Val Cèria, ma nella zona di Finero viene normalmente nominata usando una sola parola, appunto la Valacèria.
La partenza per raggiungere la Valacèria avviene dall'Alpe Mut (Alpe Motto) lungo il sentiero che dalla Provola (Finero) porta al Bivacco del Lidesh, dall'Alpe Mut si vede chiaramente la dorsale della Valacèria e anche il piccolo prato dove si trova l'Alpe.
Scendendo nella faggeta sottostante l'Alpe si trova ancora una buona traccia del vecchio sentiero, ma questa scompare nelle vicinanze del prima canalino che si incontra sul percorso; si prosegue a mezzacosta superando altri canalini e incontrando alcune piazzole di carbonaie, mantenendosi sempre alla stessa quota (circa 1250/1300 mt).
Arrivati all'ultimo canale, il più profondo, prima della salita alla dorsale, lo si traversa cercando un punto favorevole, se si vedono tracce di animali che traversano, conviene seguirle...
Vale la pena di salire al punto culminante della dorsale, sotto le rocce, qui verso ovest si trova un poggio panoramico che guarda verso la Cima di Cortechiuso, affacciato sul bordo di un precipizio sopra il profondo canale sottostante.
Scendendo sulla dorsale tra i rododendri e poggiando sulla destra, si arriva a un piccolo prato, l'unico rimasto di questo versante, e qui si trova un mucchio di sassi e i resti di un muretto... tutto quello che rimane dell'Alpe della Valacèria abbandonata da tempo immemorabile...
Dal prato della Valacèria si scende nel bosco sottostante, a tratti molto ripido, tenendosi un poco sulla destra e controllando la quota, avvicinandosi ai 1200 m. si scende sulla destra verso l'incrocio dei due canali (dove arrivava il sentiero, come segnato sulle cartine), si passa sull'altro versante proprio sotto all'incrocio dei due canali a circa 1180 m. attualmente (estate 2009), questo passaggio è reso faticoso dalla presenza di alberi trascinati qui dalle valanghe dell'inverno 2008/2009.
Superato il canale, si ritrova la traccia del sentiero che traversa a mezzacosta nel bosco e in breve, raggiunge l'Alpino a circa 1177 m. e scendendo sotto l'Alpe, si trova il sentiero che traversa verso destra superando un piccolo canalino sassoso e portandosi sul dosso seguente; la cartina riporta questo sentiero che traversa ancora lungamente e si ricongiunge con quello segnalato nelle vicinanze della Provola, ma è
più conveniente, una volta sul dosso, scendere direttamente nel bosco arrivando sul sentiero segnalato che va alla Bocchetta di Terza, proprio nel punto in cui traversa il Rio della Valacèria (quello che si è
già superato più in alto alla quota di 1180 m.).
Giunti sul sentiero segnalato, si può naturalmente tornare verso la Provola e Finero, ma se il tempo (e le energie) lo consentono, si
può anche salire sul versante opposto per vedere un differente aspetto della Valle di Finero.
Si segue per un tratto il percorso verso monte fino alla zona dell'Alpe Zunchi (i Zünch) 1049 m. i ruderi delle baite non sono visibili dal sentiero, bisogna salire brevemente sulla sinistra nel rado bosco.
Si scende poi al torrente cercando un punto dove poter passare sull'altro versante, il guado può essere difficoltoso in presenza di molta acqua...
Superato Il Fiume, si sale nel bosco ripido superando sulla destra i tratti rocciosi che si incontrano lungo il percorso e si esce finalmente in ambiente aperto vicino alle baite inferiori dell'Alpe Chiarone (Ciarun) a 1150 m.
I prati di Ciarun tra i 1150 e i 1217 m. di quota sono tra i più estesi della valle, sono in parte ancora sfalciati e alcune baite sono in buone condizioni; qui, dove la strada non arriva (lo si raggiunge seguendo un buon sentiero/mulattiera) si respira ancora l'atmosfera dei tempi passati...
Dalle baite superiori dell'Alpe, si segue il sentiero segnalato che scende dalla Bocchetta della Forcola passando dalla Cappella dell'Alpe Or de Zu (Oro di Giove), si supera su un ponte il Rio Chiarone, e dopo un tratto nel bosco si traversa un ruscello e lo scosceso prato della Bandolina arrivando alle baite di Fela, qui giunge anche la stradina che sale da Finero.
Si segue la stradina e si incontra sulla sinistra una piccola e interessante Cappella, la Cappella del Bozul che risale al tardo cinquecento, qui una mulattiera sale alle baite di Dorbolo (Durbul).
Continuando la discesa si passa da Scogna e Sponda, dove si trova la Cappella del Boschetto (chiamata anche Cappella delle vipere), restaurata recentemente grazie al Gruppo Alpini di Malesco, e infine si arriva a Finero.
[In questa occasione, il giro è proseguito, salendo alla sella a fianco della Testa Durone, e seguendo il sentiero segnalato che sale verso Orsera e Alpe Monte Oro, da dove si può ammirare la zona visitata in precedenza (da qui si vede bene il piccolo prato della Valacèria), e poi scendendo verso l'Alpe Laurenzo e Malesco].
Agosto 2009 - Difficoltà E/EE
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