Ritorno nella zona dell'
Alpe Ucciascia che in occasione di questo giro, è risultata in pratica il crocevia di tre interessanti sentieri : quello che sale verso l'
Alpe Belmello, poi il sentiero che traversa dal percorso
Corte del Bosco -
Velina, e infine quello che da
Ucciascia prosegue verso
Ceresa e
Strusa.

Sono sentieri che un tempo erano "importanti" per chi viveva e lavorava su questo versante, lo testimoniano i numerosi muretti, gradini e lavori di consolidamento dei percorsi che sono ancora visibili (alcuni in buone condizioni); si può immaginare come poteva essere questo versante un tempo, visitando la zona nella stagione invernale quando si notano i numerosi terrazzamenti che il bosco ora in parte nasconde.
Un giro come questo è anche una sorta di "viaggio nel tempo", la visita dei numerosi alpeggi (alcuni di ragguardevoli dimensioni) di questa zona, può essere una occasione di riflessione su un modo di vivere (e sopravvivere) di un'epoca passata che comunque non è poi così lontana nel tempo dai giorni nostri...
Un tempo buona parte della popolazione viveva qui, in queste grosse corti e non nei paesi come
Cicogna, lo testimonia anche l'accuratezza delle mappe catastali del 1800 dove sono riportati con precisione i terreni e le baite della zona che erano veramente numerose, in pratica erano dei piccoli villaggi... a esempio a
Uccigiola (
Ucciasola) c'erano più di 30 costruzioni, a
Ucciascia (
Ucciasi) più di 40 e a
Montuzzo (
Montuzza), che era il più importante, più di 60...
Il periodo invernale prima che giunga la neve, è proprio il periodo migliore per cercare i vecchi sentieri in questi ambienti, nella stagione estiva ci sono zone in cui la bassa vegetazione può nascondere la traccia ancora presente.
Cicogna - Montuzzo - Crosone - Uccigiola- Vota - Ucciascia - Belmello - Corte del Bosco - (bivio sentiero per Velina) - Rio della Val Velina - Ucciascia - Ceresa - Strusa - Montuzzo - Cicogna.
- Il percorso :
Con Andrea partiamo da
Cicogna in una giornata fredda e ventosa (che è stata anche l'ultimo giorno di bel tempo prima dell'arrivo della neve...), seguiamo l'usuale sentiero che dall'eliporto entra nella valle verso Velina; da
Montuzzo (dopo la rituale visita al bel torchio, che era utilizzato probabilmente anche da chi viveva negli alpeggi vicini) proseguiamo per
Crosone e
Uccigiola.
Superato il canale si risale verso la dorsale che scende dall'
Alpe Vota (alcune mappe indicano ancora che il sentiero passa da Vota, invece traversa circa 150 metri più in basso), superata la dorsale, si segue ancora in salita il sentiero segnalato per un tratto e quando inizia a traversare decisamente lo si lascia per salire con percorso libero (oppure seguendo tracce di passaggio di animali) verso il culmine della dorsale, in breve si arriva all'
Alpe Vota 872 m. (
La Vota sulla Mappa Rabbini), dove si nota, alla baita posta più a nord-ovest (che appare chiaramente anche essere l'ultima a essere stata abbandonata), l'architrave con la data 1895.
Dall'
Alpe Vota si continua salendo la dorsale e si arriva al compatto nucleo di
Ucciascia 1008 m. (
Ucciasi) (fino a qui, da
Cicogna, poco meno di 2 ore), dove il bosco sta quasi nascondendo i ruderi; in una baita pericolante si può notare [foto
23], l'interessante modalità con cui era costruito il soffitto (o pavimento, per il piano superiore...), con i sassi infilati regolarmente tra le travi...
Dai ruderi di
Ucciascia si sale la dorsale trovando nella bella faggeta una larga traccia che traversa verso nord-ovest (traccia che avevo visto durante la precedente visita in questa zona qualche anno prima, ma non c'era mai stata l'opportunità per ritornare a percorrerla...), più in alto ci sono altri sentierini di animali. In ogni caso si deve arrivare presso un primo canalino dove si trova una carbonera [foto
29], questo largo sentiero iniziale è possibile che fosse anche usato dal bestiame per raggiungere il canalino dove poteva esserci l'acqua... dalla carbonera, sul versante opposto si vede il muretto del sentiero [foto
30 e
31]; raggiunto il quale si continua verso ovest traversando poi un secondo canale, si vedono diversi resti di muretti lungo il percorso, ma bisogna tenere presente che non tutti indicano il percorso del sentiero (almeno non di quello attuale...), si sale a una dorsale dove si vede una traccia che continua a traversare in leggera discesa, invece si prosegue salendo la dorsale per i tornanti sulla destra.

Un ulteriore traverso porta, dopo alcuni gradini [foto
35] a una carbonera [foto
36], qui si sale puntando a un colletto a ca. 1260 m. sopra lo sperone roccioso di foto
37 che è un ottimo riferimento (se si va in estate, può essere che le rocce siano nascoste dal fogliame...), questo è un notevole punto panoramico (si vede in alto, l'
Alpe Belmello... questo aiuta anche a capire la direzione del percorso successivo), di fronte i
Corni di Nibbio, in particolare il tratto iniziale fino al
Pizzo delle Tre Croci (ma naturalmente si vede anche il
Lesino) :
Dopo la "pausa panoramica" in leggera salita si traversa verso nord-ovest (per un tratto si trova l'erba che nasconde la traccia), si supera un canalino con
grossi blocchi di roccia dove, più in alto del percorso del sentiero, si vede un muretto); si continua la salita traversando nel contempo, a circa 1320 m.
Continuando a traversare verso sinistra (ovest), si entra nel canale della valletta che scende da
Belmello, qui non si traversa ulteriormente, ma si risale lungo il fianco sinistro orografico del canale dove, per un buon tratto si vedono resti dei gradini del sentiero ormai in gran parte nascosti nell'erba rigogliosa.
Senza problemi ci si porta sui prati superiori uscendo nei pressi della sorgente dell'
Alpe Belmello 1419 m. (fino a qui, da
Ucciascia, poco più di 1 ora), il percorso di
questo sentiero da Ucciascia non presenta particolari difficoltà, è comunque consigliabile in inverno e primavera prima dello sviluppo della
vegetazione, quando si ha la migliore visibilità (dalla zona dello sperone
roccioso panoramico, si può salire anche liberamente verso la dorsale che dal
Monte Spigo prosegue verso la
Colma di Belmello, il terreno, anche se ripido, non presenta passaggi obbligati o troppo impegnativi).
Il percorso da
Ucciascia a
Belmello potrebbe essere anche la
stra di vacch percorsa
dagli animali appunto per caricare
Belmello, anche se ci sono tratti che sembrano poco adatti per i bovini, certamente un tempo il sentiero era in migliori condizioni... ma bisognerebbe sapere appunto da dove salivano ai tempi per caricare
Belmello...
Il sentiero non è riportato sulle attuali mappe, lo si vede invece (con precisione approssimativa), sulla mappa
IGM del 1914.
Questo sentiero da Ucciascia a Belmello è un percorso interessante, e anche uno degli ultimi sentieri in cui non si trovano segni indicatori per gli escursionisti... non ci sono tagli, solo forse un paio di ometti, sarebbe auspicabile che rimanesse così (visto anche che non ci sono particolari difficoltà per escursionisti con un
po' di esperienza), in ogni caso si spera che non arrivino anche qui a
mettere la vernice... che sarebbe proprio fuori luogo, ma questo, personalmente, ritengo dovrebbe valere per tutti i percorsi non "ufficiali" della Valgrande...
Dell'
Alpe Belmello (
Belmel) rimangono solo dei ruderi, ma è ben conosciuta per il fatto che è stata costruita (caso forse unico nelle Alpi ?), con il marmo bianco presente in questa zona; l'alpe era caricata all'inizio da gente di
Cossogno, successivamente subentrarono quelli di
Rovegro, gli ultimi furono
Salvatore Massera e Lucia Maruzzi fino al 1913 con poche mucche e
qualche decina di capre.
Da
Belmello si vede sui prati guardando in direzione delle Cima Sasso, la traccia del percorso da seguire, che traversa lungamente con percorso interessante sopra la Val Velina prima di scendere verso il versante che sale alla
Cima Sasso;

rispetto all'ultima visita in questa zona, noto che ora sono presenti alcuni ometti che facilitano l'orientamento di questo tratto sempre un poco incerto, si continua a traversare senza perdere quota, e nei pressi di un canalino si ritrova la traccia (e anche i tagli e gli ometti), del sentiero, inizialmente si passa da un breve tratto dove il percorso appare incerto, ma proseguendo si ritrova un buon sentiero che traversa e con qualche tornante porta ai ruderi di
Corte del Bosco 1304 m. (fino a qui, da
Belmello, quasi 1 ora e mezza).
Corte del Bosco è il più "lontano" tra i numerosi alpeggi presenti nell'anfiteatro della
Val Velina e dintorni, l'alpeggio era stato costruito qui certamente anche per la presenza della sorgente posta proprio nei pressi delle baite; dal 1890 al 1928 Giovanni Rizzoli trascorse qui buona parte della sua vita... gli ultimi a caricare l'alpe furono Margherita e Giovanni Rigoli fino al 1953.
Da
Corte del Bosco si segue il sentiero che scende nei pressi della sorgente, e che porta a Velina; si arriva a ca.
1080 m. a un bivio che però attualmente non si vede perchè nascosto da un albero caduto [foto
24], ma questo, in realtà, è un buon riferimento... aggirato l'albero caduto la traccia traversa e scende al
Rio della Val Velina, superato il quale il percorso diventa incerto (ci sono varie tracce), ma bisogna salire più o meno direttamente per una trentina di metri per arrivare presso una balma [foto
28] qui si ritrova un buon sentiero che traversa in leggera discesa.
Lungo il percorso si trovano numerosi "manufatti" del vecchio sentiero, muretti, gradini, cenge costruite (molto bello il tornante di foto
31), giunti nelle vicinanze dell'ultima valletta prima di risalire a
Ucciascia (che è quella che scende da
Belmello), la traccia un poco si perde tra resti di terrazzamenti in una zona con numerose piante di castagno, ma il percorso non presenta difficoltà e si sale al dosso di
Ucciascia seguendo una delle numerose tracce di passaggio di animali (più che altro cinghiali, veramente numerose le loro tracce in queste zone, anche se in questa occasione, non li abbiamo mai visti
né sentiti...), (fino a qui, da
Corte del Bosco poco meno di 2 ore),
Da
Ucciascia si prosegue la traversata verso sud-est e in breve si giunge alla solitaria baita dell'
Alpe Ceresa 999 m. (già visitata in un precedente giro :
link, il cui ricordo era però diventato ormai evanescente...); a Ceresa inizia il tratto più incerto e "scomodo" di questa giornata (eventualmente, da
Ceresa si può tranquillamente scendere lungo la dorsale arrivando alla sottostante
Uccigiola...), troviamo per un primo tratto degli scoloriti segni di vernice rossa che indicano il percorso che traversa in discesa, ma ogni traccia pare scomparsa a causa del terreno molto instabile, e il procedere tra le foglie e i sassi mobili, non è stato piacevole (uno di quei percorsi che, alla fine, ti riprometti di non ripetere mai più, ma poi la memoria dimentica questi
disagi...).
A complicare ulteriormente la discesa, anche la presenza di numerose
piante cadute che dovendole aggirare, ci hanno allontanato dal percorso con i vecchi segni di vernice, ma alla fine non si sono passaggi particolari (a parte la scomodità); il riferimento per questo tratto è la quota
807 m. riportata sulla carta
IGM e riferita a un poggio poco dopo il canale che bisogna raggiungere, canale il cui passaggio è obbligato, visto il versante roccioso che si intravede tra le piante, scendendo si vede anche la rassicurante traccia sul versante opposto [foto
49], e alla fine si scende al canale a ca.
780 m.
Ritrovato il sentiero, si sale su una cengia che permette di superare la parete rocciosa, giunti sulla dorsale che scende dalla quota 1250 m. nei pressi dell'Alpe Pra (qui giunge anche un vecchio sentiero che scende dalla quota 931 m. del
Puzz Sec (percorso seguito in un giro precedente :
link), si traversa ancora in discesa passando da alcuni
terrazzamenti che preannunciano l'arrivo a
Strusa 740 m. dove non ci soffermiamo, vista l'ora (a dicembre le ore di luce non sono molte...), proseguiamo la discesa lungo la dorsale verso
Montuzzo dove ritroviamo il sentiero principale che riporta a
Cicogna (da
Ucciascia fino a qui, via
Ceresa e
Strusa, circa 2 ore).
Dicembre 2017 - Difficoltà EE
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