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Dall'Alpe Prà a Catto...

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Dall'Alpe Prà a Catto, incisioni rupestri e alpeggi dimenticati...




Cicogna, Puzz Sec, Mött de la Crúus, Alpe Prà, Leciuri, Alpe del Braco, Cappella di Cima Selva, Alpe la Gana, Catto.

 


 Un percorso che unisce luoghi ben conosciuti e molto frequentati, come l'Alpe Prà, con altri, come l'Alpe Catto, ormai dimenticati e fuori dagli usuali percorsi escursionistici della zona nei dintorni di Cicogna.

 Dalle incisioni rupestri visibili sul ben noto masso coppellato dell'Alpe Prà (le più conosciute nell'area del Parco della Valgrande), ad altri segni della passata presenza umana in quest'area; piccoli segni, ma non per questo meno importanti e interessanti...

 

asso coppellato all'Alpe Pra


La salita alla zona dell'Alpe Prà è uno dei percorsi più frequentati con partenza da Cicogna, una piacevole camminata su una bella mulattiera in parte ancora ben conservata; un percorso alternativo sale la dorsale sud-est che si alza dalla zona del Ponte Casletto, dorsale che si può raggiungere dal Corte di Merina, oppure, come in questa occasione, da un bivio della via usuale di salita da Cicogna.

 

 Lasciato l'abitato di Cicogna si percorre per una decina di minuti la mulattiera per l'Alpe Prà, giunti in una zona con alcuni ruderi di baite (il Barjel) dove si trova un bivio, si lascia il percorso principale e si sale sulla sinistra, traversando un canale dove si vedono dei recenti manufatti in legno e pietra per sorreggere il terreno franoso; si continua a salire in diagonale raggiungendo la dorsale nella zona chiamata Puzz Sec, qui si trova una baita isolata a 931 m. [foto 1] (qui un vecchio sentiero proseguiva sul versante della Valgrande verso Strusa e Montuzzo); il motto boscoso vicino alla baita è chiamato il Mött de la Crúus (dove un tempo era presente una croce in legno).

 Dalla baita si segue la dorsale, in questo tratto non ci sono sentieri, ma il percorso non presenta difficoltà di orientamento, si sale nel bosco incontrando tratti rocciosi dove si possono vedere delle caratteristiche "lame" rocciose di micascisto; dopo un tratto roccioso più ripido, dove si inizia vedere la traccia del vecchio sentiero un tempo frequentato, si arriva su un poggio boscoso; il sentiero ora ben evidente, continua salendo in diagonale e in breve raggiunge la mulattiera che arriva da Cicogna nei pressi di un grosso masso con gli usuali segni di vernice bianco-rossa.

 Si continua lungo la mulattiera con percorso sempre più panoramico, ad una curva si prende la piccola traccia sulla sinistra che traversando in piano, porta direttamente al masso coppellato sottostante i ruderi dell'Alpe Prà; posto in posizione panoramica verso i laghi e i Corni di Nibbio.

 Il masso coppellato è una grande lastra di micascisto di circa un metro di spessore, sono presenti 35 coppelle di cui 20 sono unite da canaletti; diverse sono le interpretazioni sul significato delle incisioni, simboli astronomici, religiosi o anche una sorta di "mappa" della zona...

 Superati i ruderi delle baite dell'Alpe Prà a 1223 m., salendo sui prati si raggiunge la Casa dell'Alpino a 1250 m. notevole punto panoramico che, in questa occasione, con i colori autunnali e la giornata limpida, diventa ancora più piacevole da visitare...


 Dal rifugio si traversa sul prato in piano verso est, raggiungendo la cresta est che si scende per un breve tratto arrivando in una zona con affioramenti rocciosi di lame di scisto; in basso sulla destra sul bordo di una di questa lame si trovano cinque incisioni cruciformi fatte probabilmente con uno strumento metallico, una di queste incisioni possiede un basamento abbozzato e può essere interpretata come una figura antropomorfa.

 Anche questo punto è molto panoramico, si vede sulla destra la dorsale che sale da Corte Merina, e ci si trova proprio a picco sopra Cicogna che si vede circa 550 m. più in basso.

 Si ritorna verso il rifugio (sulla destra, al limite del bosco di faggi, si vede un altro rudere), e si segue il sentiero che porta a Leciuri, qui si continua sul percorso segnalato che scende verso Pogallo, si passa dall'Alpe del Braco e si raggiunge la Cappelletta di Cima Selva, dove si lascia il sentiero principale prendendo la traccia che prosegue sulla destra in direzione di Cicogna [vedi anche questa pagina].

 Il sentiero che dalla Cappelletta traversa e scende verso l'Alpe la Gana, nel primo tratto è ancora in buone condizioni, questo era il percorso seguito un tempo per recarsi a Pogallo, prima della costruzione della Strada Sutermeister in basso vicino al torrente; il sentiero passa accanto a una fornace per la produzione della calce [foto 32], e traversa passando alcune decine di metri sopra l'Alpe la Gana, superato un canalino dove solitamente è presente l'acqua, si scende e si vede sulla sinistra una sentiero (che si presenta in questo tratto in migliori condizioni di quello che continua sulla destra verso Cicogna), lo si segue e passata la piccola sorgente [foto 33], si arriva all'Alpe la Gana (Le Gàne) 838 m. qui si possono vedere alcune coppelle scavate sui gradini [foto 36 e 37].

 In questo luogo sono state ritrovate due lastre con incisioni molto interessanti, una lastra di calcescisto con inciso il gioco del "filetto" (quello che sta sul retro delle tavole del gioco della dama; un'altra lastra di calcescisto (la lastra di Gana), riporta simboli antropomorfi, cruciformi, coppelle e simboli sessuali femminili; queste lastre non sono visibili in loco (sono custodite dai proprietari dell'alpeggio).

 Dall'Alpe la Gana un sentiero ormai imboscato e in alcuni tratti poco evidente, prosegue traversando in direzione nord verso l'Alpe Catto raggiungendo la colata di grossi massi ben visibile da lontano, qui si trova una lastra con alcune incisioni [foto 38]; una ventina di metri sopra il punto in cui si traversa la colata di sassi si trova una piccola balma [foto 39] e su una grossa lastra davanti alla balma, una profonda incisione di forma cruciforme molto rozza [foto 40]; ai lati della piccola balma sono visibili resti di muretti, segno che il luogo era frequentato, forse non come ricovero, viste le piccole dimensioni, ma forse come deposito o come luogo per inumazioni.

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  Alpe Catto (In Caat)

Alpe Catto...

    - All'Alpe Catto :     (Avvertenze...)   
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 Il sentiero prosegue traversando un canale, in seguito diventa più visibile e appare in relative discrete condizioni, si trovano lungo il percorso muretti di sostegno e tratti di cenge rocciose scavate che testimoniano come un tempo fosse ben frequentato.

 Si arriva infine al primo nucleo di baite dell'Alpe Catto (In Caat) 827 m. qui si trovano altre incisioni; una lastra con delle coppelle [foto 44], la soglia di una baita con incise delle iniziali [foto 45] queste naturalmente sono di epoca più recente, e nel bosco vicino ai ruderi, una lastra con una coppella e una incisione di forma triangolare [foto 47] (probabilmente c'erano tre coppelle, ma la lastra si è in seguito rotta...).

 Dalle baite si traversa nel bosco arrivando in breve a una dorsale che si scende giungendo al secondo nucleo di baite dell'Alpe Catto, alcune ancora in discrete condizioni, da notare i caratteristici tetti dove sono stati eretti dei muretti sul lato più vicino al terreno [foto 49 e 50], questo per impedire che le capre potessero salire sul tetto e danneggiarlo...

 All'interno delle stalle si possono ancora vedere le mangiatoie con i legni a rastrelliera dove venivano legati gli animali, in questa zona venivano portate principalmente capre e pecore , ma anche alcune mucche (come si può vedere nella stalla di Catto di sotto).

 Da questo nucleo di baite si scende con percorso libero nel bosco arrivando a 659 m. alle baite di Catto di sotto, con i tetti coperti da grosse lastre di sasso [foto 58], alla casera si arriva salendo una notevole scalinata [foto 63], a fianco la stalla con sopra il fienile dove erano ricoverate le poche mucche dell'alpeggio [foto 64]...

 Scendendo qualche decina di metri si raggiunge la Strada Sutermeister seguendo la quale si ritorna a Cicogna.

  Foto e testi © www.in-valgrande.it (E-mail)   


 Incisioni Rupestri :

 Per chi volesse approfondire l'argomento, vedi la : Bibliografia.


    Immagini : ottobre 2010.

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