Percorso molto impegnativo con passaggi esposti (come difficoltà è più impegnativo della traversata della cresta dei
Corni di Nibbio...) che, in questa occasione 18 aprile 2009, la presenza della neve e la roccia bagnata ha reso ancora più difficoltoso con qualche pericolo oggettivo (e con l'incombere di un temporale nelle vicinanze...).
Consigliabile portare la corda, necessaria per l'eventuale discesa per lo stesso percorso di salita in caso di ritirata... da evitare in presenza di neve... Si incontrano passaggi di arrampicata (esposta), fino al
III° grado.
Occorre saper 'leggere" il percorso durante la salita della cresta, e a volte non farsi trarre in inganno da passaggi che sembrano più facili, ma che sono spesso molto esposti... attenzione anche ai massi instabili (anche quelli di grosse dimensioni...) che si possono trovare lungo i tratti di arrampicata...
Bellissimo e grandioso percorso, passando su aeree crestine con a fianco i precipizi che scendono in Val Fighera e nella Val Cornera, (ben più ampia e complessa rispetto alla vicina Valle di Nibbio ...), che da questa cresta si rivela in tutta la sua selvaggia bellezza...
Aprile 2009
Piana del Türi

Dall'
Oratorio di San Pietro a
Nibbio, si segue all'inizio il sentiero per le bocchette di
Sautì e
Lavattel che inizia a salire nelle vicinanze dello sbocco del Rio della
Val Fighera.
Giunti a un bivio (roccia con freccia bianca, foto
2), si va a sinistra (in questa occasione si è iniziato a traversare più in basso, il punto migliore dovrebbe essere al tornante dove si trovano i ruderi della "Baracca"), in ogni caso la via non è sempre evidente, le tracce sono saltuarie e il percorso disagevole, si traversa in direzione della Valle di Nibbio sulla larga cengia inclinata con vegetazione soprastante la parete rocciosa alle spalle di
Nibbio.
Si arriva a un marcato canale che si deve superare in alto, vicino alla parete rocciosa che si vede sulle destra, dove, più in alto rispetto al percorso per la Piana, si trova un buco nella roccia rossastra, una galleria (all'interno si divide in due, ma non si è potuta visitare per la presenza di acqua), che all'apparenza sembra facente parte della
Linea Cadorna, ma potrebbe anche trattarsi di una galleria per l'estrazione del minerale di ferro.
(Il canale è ben visibile da
Nibbio per la scia ferruginosa che presenta).
- Aggiornamento : Attualmente (dicembre 2014) lungo il percorso si trovano ometti e segni di taglio col falcetto che sono visibili anche in seguito, dalla
Baita dul Can alla
Piana del Türi.
Dal masso con la freccia bianca, se si seguono le tracce di sentiero con segni di vernice bianca che traversano in salita, si perviene a una sorta di trincea sotto la parete da dove si ha una bella vista sul sottostante versante dove scende il canale rossastro, ma da qui non si può più procedere, a meno che non voglia provare ad arrampicare sul ripido versante soprastante.
Da questo punto, ritornando per un tratto lungo il percorso fatto in precedenza e scendendo poi nel bosco quando si trova un punto favorevole, si va ad incrociare il sentiero che poi traversa il canale rossastro.
Passato il canale si aggira la parete rocciosa salendo sul fianco boscoso che si affaccia sulla
Valle di Nibbio; qui il percorso, a tratti ripido non presenta difficoltà, solo in questo tratto si trova una buona traccia (fino alla dorsale sottostante la
Piana del Türi), con anche qualche sbiadito segno di vernice rossa.
Si sale il pendio boscoso e a circa 930 m. sulla sinistra si trovano i ruderi della
Baita dul Can (dove era presente un caratteristico paiolo arrugginito, ora scomparso...), continuando la salita si giunge a circa 1000 m. a un piccolo ripiano da dove si
può scendere (impegnativo) verso il canale della
Val Cornera (vedi anche :
questa pagina).
Si prosegue sulla destra per la massima pendenza e dopo un tratto più impegnativo e ripido che si supera seguendo alcune cenge erbose
si sbuca sulla
Piana del Türi 1132 m. singolare e caratteristico pianoro ben visibile dai dintorni e dalla pianura.
Percorrendo il tranquillo pianoro si arriva all'inizio della cresta con le prime interessanti vedute sulla
Val Cornera, il percorso poggia a tratti sul versante di Cornera, la cresta arriva a una bocchetta all'apice del canalino principale della
Val Fighera, qui si trova un vecchio cavo metallico lungo circa trenta metri ancorato a una betulla, messo probabilmente dai cacciatori in passato, per superare questo primo tratto impegnativo.
al centro, la 'Porta'
La cresta continua, sempre con belle vedute verso i Corni di Nibbio (si vede, vicina, la Porta), sulla destra si vede il crestone proveniente dai prati di Sautì che si protende a picco sulla Val Fighera, e ci si trova di fronte a un ultimo imponente torrione, si traversa prima a sinistra e poi si sale a destra un canalino che riporta in cresta; qui, poco dopo, un ultimo passaggio di arrampicata salendo un tratto roccioso con al centro una fessura; salire lungo la fessura (II Grado), e non uscire sulla destra anche se è molto invitante in quanto si va su terreno molto esposto sopra i precipizi della Val Fighera, dove una scivolata potrebbe essere fatale...
E si arriva finalmente a circa 1550 m. sulla pianeggiante cresta soprastante i prati dell'Alpe Sautì.
Qui si possono ammirare gran parte delle cime dei Corni di Nibbio, dal Lesino alla Teia, il Torrione di Bettola e la Cima Corte Lorenzo; seguendo il crestone verso sud-ovest ci si affaccia a picco sulla Val Fighera con bel panorama sulla piana Ossolana e i laghi.
Tenendosi al centro del pendio boscoso si scende verso sud e si arriva all'Alpe Sautì ed alla caratteristica balma, qui si segue il sentierino che, passando dal Funtanin traversa verso il poggio degli Asaa (dove a sinistra sale la traccia per la Bocchetta di Lavattel), e si scende nel canale del Vallone di Bettola.
Il sentiero scende nel canale sul versante sinistro orografico, si lascia poi a sinistra il sentiero che scende a Bettola, si prosegue ancora in discesa arrivando nelle vicinanze di una cascate (sulla sinistra), qui si traversa lungamente a destra scendendo poi alla dorsale dei Cunscitt (luoghi comodi), qui si ha una bella veduta della Val Fighera e del percorso fatto in salita, a sinistra la Piana del Türi, in alto a destra gli speroni della cresta che arriva dai prati di Sautì, e al centro un canale che sale ad una bocchetta dove si trova l'inizio del tratto di cresta con il cavo metallico (vedi foto 54/56).
Si prosegue scendendo a traversare il Rio della Val Fighera, poco dopo c'è la Balma del Lavanzin, e dopo un tratto dove si incontrato i resti di una strada militare della Linea Cadorna, si torna al bivio incontrato all'inizio del giro.
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Immagini : Foto e testi © www.in-valgrande.it