Visita ad alcuni alpetti misconosciuti situati sul ripido versante sinistro orografico della valle dove scorre il torrente Ogliana di Pozzolo; non si trovano i nomi di questi alpetti sulle mappe attuali, e nemmeno sulle IGM, è riportato solo il piccolo simbolo della baita; ma come al solito la Mappa Rabbini riporta in dettaglio questa zona (almeno per quanto riguarda i toponimi).
L'Alpe Fango è conosciuta dalla gente del posto con il nome dialettale di Fan, curioso il toponimo Fango... sarebbe interessante conoscerne le origini; entrando nella valle si incontrano poi i ruderi dell'Alpe Comoli (i quali si vedono in inverno, transitando lungo il sentiero di Solia, dal versante opposto); naturalmente il periodo migliore per una visita è la fine dell'inverno, quando la neve si è sciolta e prima della ripresa vegetativa, i vecchi sentieri sono in parte ancora presenti, in particolare quelli verso l'Alpe Fango, mentre quello che traversa a Comoli risulta a tratti difficile da individuare, anche per la presenza di numerose piante cadute.
Partenza da Beura, dalla zona del Municipio si supera il ponte sul torrente e si segue per un breve tratto la strada
principale in direzione sud (verso Cuzzego), di fronte alla Cappella di foto 1 si segue Via Monte Grappa (molto breve), e subito si sale per un sentierino che traversa una zona di vecchi terrazzamenti, la presenza di numerosi" supporti" in sasso fa capire che qui un tempo coltivavano la vite.
Si incrocia poi una mulattiera che si segue sulla destra uscendo sulla stradina di servizio della vecchia cava (ometto), si passa presso l'Alpe Pello ca. 400 m. e a un tornate della strada si può salire per un sentierino sulla sinistra che porta presso una colata di sassi (resti del lavoro di estrazione della cava), qui sulla sinistra (nord), sale un ripido sentierino che in seguito giunge a un traliccio su un primo dosso, si scende a un intaglio (poco prima, una lapide commemorativa), e si risale la dorsale (dove il percorso non è mai obbligato, e anche se si perde la traccia basta seguire il percorso più logico, naturalmente senza allontanarsi troppo dalla dorsale):
Si giunge nella zona dell'Alpe Fazzona ca. 780 m. che non si trova lungo il sentierino, ma la si può raggiungere con una breve deviazione
sulla destra (sud); Fazzona in realtà si chiamava Fassona sulla Rabbini, uno dei numerosi casi in cui, complice la tipica "calligrafia" usata nell'ottocento, alcune lettere sono state male interpretate...
Poco a monte di Fazzona si trova un pianoro sormontato da una grossa formazione rocciosa (bel punto panoramico, qui traversa il sentiero per Fango inferiore che seguirò al ritorno prima di tornare a Beura); il sentiero risale la formazione rocciosa con bel percorso dove si trova anche una piccola cengia su cui sono state ricavate delle tacche poggiapiedi, dopo una doverosa sosta panoramica sulla roccia belvedere (dove sono incisi i classici simboli dei confini comunali, con una Croce e le iniziali dei Paesi); al colletto
successivo si cerca la traccia che traversa sulla sinistra (sud) verso Fango superiore.
Il sentiero è ancora abbastanza evidente e si giunge nei pressi di un piccolo canalino dove, alcune decine di metri in alto sulla destra, si vedono le prime baite di Fango superiore, ca. 800 m. altre baite sono poco lontane verso nord; l'alpeggio è tutto sommato ancora in discrete condizioni, e si trovano anche
alcune incisioni.
Ridisceso al sentiero sottostante, proseguo lungo un percorso sempre abbastanza evidente con il solo fastidio della presenza delle piante cadute; poi superato un ultimo
canalino, il sentiero scende verso i miseri ruderi dell'alpetto a ca. 700 m. di questo non ho avuto la possibilità di sapere il nome, ma considerando la posizione, vicina agli altri due nuclei di Fango (quello inferiore è vicino, e un sentierino li collegava), credo si possa ritenere che faccia parte dell'Alpe Fango.
Le vecchie mappe riportano un sentiero che da questo alpetto traversa verso Comoli, e nel tratto iniziale la traccia è
ancora visibile, poi si perde e la presenza di numerose piante cadute non facilita la progressione... comunque per un buon tratto basta rimanere più o meno alla stessa quota dell'alpetto appena visitato, in seguito, avvicinandosi al canale bisogna iniziare a salire per raggiungere una interessante cengia in parte "costruita" che traversa e permette di scendere al canale.
Giunto nel canale, il versante successivo appare a un primo sguardo abbastanza "infido"... ma poi lo si percorre (con attenzione), senza particolari problemi, e si esce su una dorsale più "tranquilla" dove la traccia prosegue in leggera discesa (qui in estate è preferibile non venire, vista la presenza di tratti con felci e bassa vegetazione).
[Avvicinandomi alla zona dell'Alpe Comoli, vedo un piccolo getto di acqua che sembra uscire dal ripido versante (mi accorgo poi che esce direttamente dalla roccia...), non credo sia sempre presente, certamente le piogge del precedente periodo hanno fatto in modo che ci fosse la pressione necessaria per generare questo piccolo zampillo...]
E si arriva ai ruderi dell'Alpe Comoli ca. 700 m. ( ruderi che, in inverno, si notano transitando sul versante opposto lungo il sentiero di Solia); a questo punto il percorso più comodo per "uscire" è la risalita della facile e tranquilla dorsale (dove comunque le vecchie mappe riportano un sentiero); salendo si trova una lieve traccia che traversa in salita sulla sinistra (sud), raggiungendo la piazzola di una carbonera, poi conviene riportarsi sul filo della dorsale dove a ca. 780 m. si trova una bella roccia panoramica (segnata sulla IGM), da dove si ha una bella visuale su parte della Valle dell'Ogliana (questo è uno dei rari punti di questo versante in cui gli alberi non coprono la visuale).
Guardando lontano verso la cresta della Colma Piana che continua in direzione della Rossola, si nota che sul versante sono cadute numerose slavine... proseguendo la salita incrocio una traccia che sale traversando verso nord e si sbuca sul colletto della dorsale tra la quota 940 m. (Lago di Marzone), e il versante che sale a Coriesco, nei pressi di alcune baite dell'Alpe Marzone a ca. 900m.
Dopo una piacevole sosta continuo verso il laghetto di Marzone scendendo poi lungo la dorsale, nel bosco si trovano alcune delle baite di Marzone ormai abbandonate, e naturalmente merita sempre una visita l'ultimo nucleo di baite dove si può ammirare una bella vasca scavata nella roccia e il pozzo; da qui si scende lungo la dorsale seguendo il sentierino (sono presenti dei tagli), ma il percorso non è obbligato, e si ritorna alla roccia panoramica soprastante Fazzona.
Sceso al pianoro inferiore si trovano anche dei segni di vernice verde chiaro che indicano il percorso del sentiero per Fango inferiore dove, nel tratto iniziale, si passa da una caratteristica roccia quasi a forma di poltrona.... il sentiero traversa e poi scende giungendo prima presso dei ruderi, e poi alla baita dell'Alpe Fango inferiore (Fan) a 643 m. (qui un sentiero proseguiva verso i ruderi a ca. 700 m. posti sulla successiva dorsale).
Ritornato al pianoro vicino a Fazzona, continuo la discesa lungo la dorsale seguendo il percorso seguito all'andata, giunto sulla
mulattiera iniziale, la seguo fino a Beura e si esce sulla strada principale da Via Garibaldi (personalmente credo sia preferibile, in particolare se seguito in salita, il percorso che inizia da Via Monte Grappa).
Tempo per questo giro, circa 5 ore incluse soste e divagazioni.
Difficoltà EE - Aprile 2018
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