- Il percorso : (Percorso impegnativo)
(Avvertenze...) Settembre 2015
- Da Pogallo a Baldesaut e Busarasca :
Da Cicogna seguiamo (con Andrea) la mulattiera per Pogallo, poi oltre le baite si continua lungo il sentiero che superando il Rio di Cavrua passa dalla zona di Pogallo dentro, dopo il passaggio del Rio di Ghina ci si avvicina al Pogallino che si guada passando sul versante opposto nella zona sottostante Talina, uno degli alpetti "dimenticati" di questa zona (vedi : questa pagina).
Il sentiero poi guada nuovamente il torrente ritornando sul suo versante destro orografico e salendo ai ruderi di Baldesaut di sotto 970 m. in seguito si guada l'ennesimo rio, quello che scende dal versante della Bocchetta di Campo e il sentiero risale verso il poggio di Baldesaut di sopra 1070 m. (sulle mappe catastali il toponomo era stato "italianizzato" in Badasalto...).
Da Baldesaut di Sopra si sale il costone dietro le baite, giunti in vista del canale che scende dalla Bocchetta di Campo si tralascia la traccia che scende al torrente per traversare verso destra in leggera salita (il sentiero, dopo l'incerto tratto iniziale, è ben visibile), arrivando al Rio Pogallino, al quale si accede scendendo una cengia sassosa, questo luogo è chiamato la Serra.
Si percorre il rio verso valle per alcuni metri, poi si trova la traccia di sentiero che sale sulla sinistra e traversa sopra il versante sinistro orografico del torrente, si trovano i resti del vecchio sentiero (muretti) che sale a un piccolo pianoro su una dorsalina dove si vede [foto 30] un basamento che sembra quasi un tratto di mulattiera, qui doveva esserci un supporto di una teleferica per il trasposto del legname.
Il sentiero sale ancora (si incontrano anche alcuni ometti), fino al punto in cui poi traversava a sinistra in direzione dell'Alpe Valle di sotto, qui si abbandona questo percorso per continuare a salire il versante che scende dalla dorsale di Busarasca; il percorso è intuitivo, si sale cercando i passaggi più agevoli e poi più in alto, dove il panorama si apre verso il versante della Cima Sasso e gli Sgalorbi (e anche verso la cresta della Laurasca), si trovano alcuni spuntoni rocciosi; il terreno porta a salire piuttosto sulla sinistra lungo un canalino erboso [foto 40 e 41], poi si vede sulla destra un intaglio nella roccia [foto 42] che permette di traversare verso il bosco che poi si risale su terreno ripido ma più facile.
In seguito si esce su terreno aperto, sui ripidi prati dove arriva il percorso che traversa dalla Bocchetta di Scaredi (vedi anche : questa pagina), qui bisogna continuare a salire (non vale la pena provare a traversare sulla destra, il terreno è troppo impegnativo...), più in alto si vede la caratteristica crestina rocciosa dei Suldai che fa da riferimento, ci si dirige in quella direzione dove si vede più in basso la dorsale di Busarasca 1531 m. che si raggiunge scendendo i ripidi pratoni. Fino a qui da Cicogna, circa 5 ore.
Sulla mappa catastale, la sommità della dorsale posta poco più a sud dell'Alpe Busarasca è chiamata Brusarasca... e potrebbe proprio essere questo il vero toponimo dell'alpe usato ai tempi...
Il percorso si svolge sempre a quote intorno ai 1630/1650 m. solo nella parte terminale (verso il sentiero per la Bocchetta di Terza), sale verso i 1700 m. tenendo presente queste quote, l'orientamento (per chi è
avvezzo a questo tipo di percorsi senza sentiero), non dovrebbe essere difficile, da evitare nelle giornate con poca visibilità.
Da Busarasca in questa occasione abbiamo iniziato a traversare passando prima nel bosco alla stessa quota dell'alpe, ma è preferibile salire prima un tratto della dorsale, in modo da avere maggiore visibilità, in ogni caso bisogna puntare alla successiva dorsale erbosa [foto 5], dalla quale si traversa in discesa verso il successivo canale, al limite del bosco dove le piante si fanno più rade [foto 9], segue un tratto agevole che porta a un poggio con bella vista verso l'Alpe Terza e più in basso, Pian di Boit.
Durante il percorso si vede spesso di fronte la caratteristica sagoma del
Torrione, si continua portandosi verso il canale principale dove si trova il tratto più "impegnativo" del percorso, si giunge vicino a un caratteristico masso squadrato [foto 19] e sul versante opposto, in alto, un piccolo dentino roccioso che si dovrà poi raggiungere.
Si traversa a monte del masso
in leggera discesa tra i rododendri superando alcuni piccoli colletti, il passaggio per accedere al canale si vede solo all'ultimo momento (una sorta di canalino umido), comunque bisogna tenersi alti sul versante con i rododendri, qualche decina di metri sotto al punto in cui tra la vegetazione iniziano ad affiorare delle roccette, con percorso delicato (qui dovrebbe essere quasi sempre umido...), si scende al canale [foto da 23 a 28].
Dal canale si risale il ripido ma facile pendio erboso [foto 25, 30 e 32] che porta a una prima selletta erbosa, poi si prosegue verso la successiva [foto 33] con il dentino roccioso; ormai fuori dalle difficoltà si prosegue, con bella vista verso il versante opposto sula cresta del Monte Zeda, affacciandosi su un ampio versante [foto 39 e 40] che si traversa sempre rimanendo intorno ai 1700 m. di quota, poi quando il terreno lo consente, si può scendere per raggiungere la dorsale erbosa dove si incrocia il sentiero che sale alla Bocchetta di Terza.
In questa occasione non abbiamo raggiunto la bocchetta (non era comunque questo l'obiettivo della traversata, e poi giunti al sentiero erano già trascorse quasi otto ore dalla partenza...), seguendo il sentiero e passando dall'Alpe Terza, si scende a Pian di Boit da dove si ritorna a Pogallo e a Cicogna concludendo così questa bella e interessante traversata.
Per questo giro (da Cicogna), circa 10 ore e mezza.
Difficoltà EE