- Cuzzago, Sasso Grande, sentiero per la Valle di Nibbio, Balm d'la vegia e dintorni; ritorno lungo il sentiero per il Mot Gianin... (I sentieri sono riportati sulla : OSM).
Ritorno, ancora una volta, nella zona del Balm d'la vegia nella Valle di Nibbio dove mancavo da parecchio; da qualche tempo stava
pian piano riemergendo il desiderio di tornare nel territorio del Parco della Valgrande (e i suoi dintorni, come in questo caso, complice anche la recente visita di Andrea in zona...).
Ritorna inevitabilmente a farsi sentire il "mal di Valgrande"
che è un morbo che può avere alti e bassi, attenuato o nascosto da altri interessi verso zone egualmente meritevoli, ma alla fine è da considerare incurabile...
il Balm d'la vegia...
Il sentiero "alto" dal Mot Gianin al Balm d'la vegia è meno impegnativo e rischioso rispetto a quello del Sasso Grande, in ogni caso tutti i percorsi in questa zona richiedono attenzione e anche abitudine a muoversi in ambienti "scomodi"...
Partenza
dalla Stazione FS di Cuzzago (come fatto innumerevoli volte in passato), attualmente sta diventando usuale la salita al Sasso Grande da Nibbio dopo la sistemazione della mulattiera militare a uso degli arrampicatori che frequentano questa comoda falesia, ma volevo tornare su questo vecchio sentiero per constatarne lo stato (e anche perchè rimane comunque la via più veloce partendo da Cuzzago).
Dal paese si raggiunge l'inizio del percorso per le fortificazioni militari della Linea Cadorna e salendo lungo la stradina, dopo alcuni tornanti si trova l'inizio del sentiero che trovo segnalato da vernice giallo/arancione e anche bianca, il sentiero appare ripulito e in condizioni certamente migliori rispetto al passato (un doveroso grazie ai manutentori...) e si sale agevolmente raggiungendo il Sasso Grande 880 m. da dove lo sguardo può spaziare dalla piana Ossolana agli scoscesi, accidentati ma anche affascinanti versanti che incombono sulla Valle di Nibbio.
il caratteristico passaggio sul sentiero del sasso Grande...
Dal Sasso Grande si segue la traccia che in breve porta presso i muretti nella zona dei ruderi dell'alpeggio presente e si continua sulla destra lungo una traccia più o meno evidente che con percorso interessante ma che richiede attenzione traversa entrando nella valle; in questa occasione il terreno, ma soprattutto le rocce, erano in parte bagnate e questo naturalmente rende più insidioso il percorso.
Non ho trovato il terreno
molto cambiato rispetto a quanto ricordavo, e questo
ha reso il percorso piacevole e anche rassicurante
nel rivedere le rocce e le piante
(come l'emblematico e sinuoso albero di foto 20)
che sono rimaste immutate dopo decenni...
Raggiunto il fondo del vallone si risale poggiando poi sulla sinistra dove si trova il famoso Balm d'la vegia (vedi a proposito : questa pagina) dove invece si nota che i rovi stanno ormai "assediando" l'ingresso del balmo, rimane in ogni caso un luogo suggestivo dove avevo pernottato un paio di volte in passato (l'ultima nel 2014 al termine di questo interessante giro : Link).
immutabile...
Lascio subito il Balm (dove mi soffermerò più a lungo al ritorno quando sarà illuminato dall'ormai caldo sole di inizio maggio), per salire il versante passando da una enorme roccia aggettante che può offrire riparo (foto 36 e 37) e che
probabilmente era utilizzata ai tempi, prima che il terreno a valle franasse; in seguito si raggiunge la caotica zona degli enormi massi a cui in questa occasione, dedico un po' più tempo
"trovando"
così un paio di nuovi balmi... qui vista la grandezza dei massi, in passato erano stati ricavati diversi ricoveri di varia grandezza.
Salgo ancora fino alla base delle verticali (o meglio, strapiombanti...)
pareti
superiori dove la vista un poco si apre, per poi scendere prima verso il canale del Rio Nibbio dove guardando in alto a monte, naturalmente spicca l'ardita cima del Lesino, e
poi lungo il sentiero, ritorno al Balm d'la vegia.
in alto, il Lesino...
Per il ritorno seguo il più "tranquillo"
sentiero alto che dal Balm sale traversando verso il Mot Gianin;
il percorso è abbastanza evidente e comunque sono presenti tagli e radi ometti, dopo il primo canalino nei pressi del Balm si traversa al secondo dove in questa occasione c'era acqua (ho anche disturbato un camoscio che si stava abbeverando...); si continua salendo a una costa da dove ripidamente si scende (tratto un poco esposto che richiede attenzione) al canale laterale principale che si traversa raggiungendo il caratteristico "cespuglio" di castagni.
Il sentierino prosegue salendo il ripido versante per poi continuare a traversare sul fianco (durante il percorso belle vedute verso l'aspra cresta che separa la Valle di Nibbio dalla Val Cornera),
con percorso vario e piacevole si arriva sulla dorsale a monte del Mot Gianin (dopo il passaggio del terzo canalino trasversale si può anche salire direttamente il versante, ripido e a tratti scomodo, per uscire nella zona del rudere
a 1150 m.).
nella Valle di Nibbio...
Dalla dorsale
ci sono due possibilità per scendere al sottostante dosso del Mot Gianin, sulla destra passando dalle roccette scure (percorso che personalmente preferisco), oppure sulla
sinistra lungo un canalino ripido dove più in basso si trova una cavo multipolare rigido che
può essere utile in caso di terreno non in buone condizioni (l'ambiente è comunque suggestivo...).
Si prosegue
lungo il solito percorso che scende dalla dorsale in ambiente piacevole, che è sempre più gradevole se visitato all'inizio della ripresa vegetativa... poi raggiunto il Sasso Grande torno a Cuzzago lungo il sentiero percorso in salita.