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Il Sentiero Bove

in Valgrande...


  - Lungo il Sentiero Bove...


 Un lungo, impegnativo, e faticoso percorso lungo le creste della Val Pogallo in Valgrande, ma è anche un grandioso e panoramico "viaggio" a fil di cielo nel Parco...


 Il Sentiero Bove, concepito e realizzato in varie riprese alla fine dell'800, in memoria dell'esploratore Giacomo Bove.

 I passaggi più impegnativi sono attrezzati con catene, (nel tratto Cima Marsicce-Zeda), la vera difficoltà sta nella lunghezza dell'itinerario, in particolare nel tratto Pian Cavallone-Scaredi.

 Lungo il percorso non si trova acqua, (anche in tardo autunno, le temperature possono essere relativamente elevate, occorre perciò portare almeno 2,5/3 litri d'acqua....), deviazioni dal percorso per fare rifornimento, non sono state prese in considerazione, vista la lunghezza del tracciato...

 Il Sentiero Bove è praticabile fino alla fine di ottobre; da novembre le giornate sono più "corte" e ci sono tratti esposti a nord, ormai sempre all'ombra, che possono diventare insidiosi... a inizio stagione può esserci presenza di neve, in questo caso si possono incontrare difficoltà di tipo "alpinistico"...

creste...

 Da Cicogna, l'itinerario "originale" raggiunge Pogallo e sale verso l'Alpe Cavrua, poi traversando il versante orientale della Cima Sasso raggiunge il prato di Ghina, e sale verso le strette del Casè.

 Una "variante", seguita in questa occasione, è quella (consigliabile, anche se un po' più impegnativa), di salire all'Alpe Pra e poi alla Cima Sasso, e, costeggiando la Corona di Ghina, raggiungere le strette raccordandosi con il percorso da Cavrua.

 Il percorso è qui descritto nel senso : Scaredi-Zeda-Cicogna-strette-Bocchetta di Campo-Scaredi. (Solitamente viene percorso in senso contrario....), in entrambi i casi richiede almeno due giorni e mezzo, di cui la prima mezza giornata serve per recarsi in "loco"...

 È consigliabile percorrere prima il tratto più lungo e impegnativo, quello da Pian Cavallone-Zeda-Marsicce, e il giorno successivo, il tratto Cima Sasso-Strette del Casè.

 Se si parte da Cicogna, si sale al Pian Cavallone, e si può pernottare al Bivacco di Curgei, oppure al rifugio del Pian Cavallone ; disponendo di maggior tempo, un'altra possibilità è quella di bivaccare alla Cappella/ricovero sulla Marona; luogo meno "comodo" (non c'è acqua), ma in una notevole posizione panoramica...

 La notte successiva, si pernotta al bivacco di Scaredi; oppure, disponendo ancora di un paio d'ore, si prosegue al Bivacco della Bocchetta di Campo.

      Immagini raccolte :

   il 13 ottobre 2006 - (bellissima giornata autunnale...).

   il 14 ottobre 2006 - (nella nebbia...).

   il percorso delle Strette del Casè immerso nelle nebbie, presenta un fascino particolare... un'atmosfera fantastica, irreale, sensazioni che però le fotografie non possono registrare... 


Val Pogallo...
 Così scriveva la Rivista Mensile del C.A.I. nel lontano 1891 :


 "Un recentissimo lavoro della Sezione Verbano è l'opportunissimo sentiero che dalla vetta della Zeda cala alla Bocchetta di Terza, facilitando grandemente il transito alla Valle Vigezzo ed alla Cannobina. Da Intra a Finero per Marona e Zeda, ecco una stupenda traversata!

Al sentiero fu dato il nome di "Sentiero Bove". Esso ha uno sviluppo da 5 a 6 km. e sta sempre sulla cresta di spartiacque, salvo che nei pressi della Cima della Piota e del Torrione, per evitarne la salita li si costeggia sul versante della Valle di Pogallo.

Chi sta iniziandosi all'alpinismo troverà molto utile il percorrerlo, perché desso è tracciato per la maggior parte su rocce inaccessibili e librandosi talvolta sopra vertiginosi abissi."


 

 "Artefice bravissimo di quell'opera grandiosa, principe dei sentieri alpini" la prima via ferrata delle Alpi Italiane, fu la guida alpina Antonio Garoni, che collaborò anche nella costruzione dei rifugi del Pian Cavallone, del Pian Vadà e di Bocchetta di Campo.

 - Bibliografia :

A passo di vacca
Dalla Val Grande alle valli ossolane con Antonio Garoni
La guida alpina che tracciò il Sentiero Bove
Fabio Copiatti
Azimut 2018



Giacomo Bove...Giacomo Bove :


 L’esploratore piemontese Giacomo Bove nacque a Maranzana (AT), piccolo paese situato tra Langa e Monferrato Astigiano, il 23 Aprile 1852. I suoi genitori erano contadini proprietari di vigneti. Frequentò l’Accademia Navale a Genova e, poco dopo il diploma, nel 1873, fu scelto per partecipare in qualità di cartografo ad una missione scientifica in estremo oriente sulla corvetta "Governolo".

 Al ritorno da questa missione, dopo un periodo trascorso a studiare le correnti marine nello stretto di Messina, seppe di essere stato scelto, come unico rappresentante dell’Italia, in qualità di idrografo, per partecipare alla vittoriosa spedizione scandinava (1878-80) del geografo A. E. Nordenskiold per la ricerca del "Passaggio di Nord-Est", dall’Atlantico al Pacifico attraverso lo stretto di Bering.

 Dopo un breve riposo a Maranzana si dedicò ad un progetto tutto italiano per l’esplorazione delle regioni Antartiche. Nel 1881 e nel 1883 esplorò la Patagonia e la Terra del Fuoco fino a capo Horn e ancora il territorio delle Missiones, l’Alto Paranà il Paraguay, il corso dei fiumi Paranà, Iguazù, Itambè-Guazù. Nel 1885 esplorò in Africa il corso del fiume Congo fino alle cascate di Stanley, in questa occasione probabilmente contrasse la malaria. Morì nell’Agosto del 1887.

 Scrisse "Viaggio alla Terra del Fuoco" - (Edito dalla ECIG - 1992).

 Giacomo Bove venne ad Intra, invitato dalla Sezione del CAI VERBANO (Sez. Intra) nell'ambito di conferenze che il CAI Nazionale aveva indetto in tutta Italia proprio per finanziare il viaggio in Antartide. A tal fine la sera del 31 luglio 1880 presso il Teatro di Intra Bove tenne una memorabile conferenza a seguito di cui furono raccolti i fondi.

 Poiché "il vento cambiò" e si ritenne che i costi fossero eccessivi (600.000 lire circa 3 milioni di euro attuali) l'iniziativa venne affossata. Dopo il suo suicidio, che creò grandi polemiche, il CAI VERBANO, coraggiosamente per i tempi, gli dedicò il sentiero utilizzando i fondi raccolti ai quali aggiunse altre mille lire per il suo completamento.


 - Bibliografia :

Giacomo Bove, l'esploratore dimenticato e il suo sentiero.
Pietro Pisano
Vallintrasche 2013
Magazzeno Storico Verbanese - 2013


Giacomo Bove
Un esploratore e un sentiero tra Verbano e Ossola

Pietro Pisano
Magazzeno Storico Verbanese
Ristampa implementata 2017
Volume patrocinato dalla Società Geografica Italiana.

Informazioni sulla vita e le esplorazioni di Giacomo Bove sul sito : Associazione culturale Giacomo Bove & Maranzana






Panoramica delle creste della Val Pogallo percorse dal Sentiero Bove. Dalla Cima Sasso al Monte Zeda - viste dalla Marona :

panoramica della cresta della Val Pogallo - dalla Cima Sasso al Monte Zeda - vista dalla Marona

La stessa Panoramica con indicazioni sulle cime visibili :

panoramica della cresta della Val Pogallo - dalla Cima Sasso al Monte Zeda - vista dalla Marona

Panoramica della cresta Cima Sasso-Corona di Ghina (da est) :

Panoramica della cresta Cima Sasso - Corona di Ghina (da est)

Panoramica della cresta Cima Sasso-Corona di Ghina (da ovest) :

panoramica della cresta Cima Sasso - Corona di Ghina dalla Cima di campo


 Questa è la descrizione del percorso segnalato, sentiero, ometti, e segni di vernice; (recentemente rinnovati nel tratto Marsicce-Cicogna), naturalmente sono possibili varianti in funzione del tempo a disposizione e delle proprie capacità... come ad esempio includere la salita alla Cima di Cortechiuso, traversare le Torri di Terza invece di aggirarle, oppure seguire la cresta della Corona di Ghina (impegnativa...).

Da Scaredi al Pian Cavallone circa 10 ore.

Dal Pian Cavallone a Cicogna circa 2 ore.

Da Cicogna a Scaredi circa 9 ore.

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 [vedi anche la pagina sulle Strette del Casé]

  - Il Percorso : (Avvertenze...)

 Da Scaredi si segue all'inizio il sentiero per la Bocchetta di Campo, arrivati al bivio vicino al breve tratto con catene, (scritta su masso), si prende il sentiero a sinistra che traversa in diagonale tutto il fornale a nord della cresta tra la Laurasca e la Cima di Cortechiuso, giungendo alla Bocchetta di Cortechiuso (non segnata sulle carte).

[Qui si può arrivare anche dall'Alpe Cortevecchio, sul versante est della Val Loana.]

 Alla Bocchetta si svolta a destra, (ometti) salendo in diagonale sulle pietraie e raggiungendo un breve passaggio su roccia che porta alla cresta; si prosegue verso est raggiungendo la Cima Marsicce 2135 m.

 Continuare scendendo il versante opposto della cresta, e dopo un breve ultimo tratto attrezzato con catene, si arriva a una bocchetta (qui il sentiero scende a sinistra (nella Valle de il Fiume), e risale successivamente alla cresta, aggirando così i salti rocciosi delle Torri di Terza.

il Torrione...

 La traccia prosegue tenendosi sul versante della Val Pogallo, giungendo alla Bocchetta di Terza 1836 m. [A sinistra si scende verso La Provola e Finero, a destra verso l'Alpe Terza e Pian di Boit].
 Il sentiero poi continua traversando il complesso versante sud della cresta che porta al Torrione, giungendo infine sulla sommità 1984 m.

 Qui inizia la discesa in un canale, questo è il tratto più impegnativo di tutta la traversata, ma è agevolato da lunghi tratti attrezzati con catene... (arrivati in fondo al canale, c'è la possibilità di trovare acqua, ma non essendoci la certezza della sua presenza, non ci si può fare affidamento...).

 Lasciato il tratto roccioso, si arriva al Passo dei Crosit (erroneamente "Italianizzato" in Crocette). Si continua con alcuni saliscendi fino alla sommità della Piota 1925 m. [A sinistra discesa a Gurro e Falmenta in Val Cannobina]. Dalla Piota, la cresta svolta a sud dirigendosi verso il Monte Zeda, superata la deviazione per l'Alpe Fornà, si arriva alla caratteristica "scala" di accesso alla cresta nord del Monte Zeda 2156 m. che si raggiunge dopo un ultimo tratto con catene, senza particolari difficoltà.


 La parte impegnativa di questo tratto è terminata, ma il percorso per il Pian Cavallone è ancora lungo... il sentiero, tenendosi sul versante Cannobino, prosegue verso il Pizzo Marona 2051 m. dove, lasciata la Cappella/ricovero (vedi in questa pagina), scende decisamente sul versante est traversando il fianco della Cima Cugnacorta, (che si può anche scavalcare seguendo la cresta...), e arriva al Colle della Forcola 1518 m. e poi al Pian Cavallone, vicino alla Cappella (ad est), il rifugio.

la cresta verso la Cima Sasso...

 Il largo sentiero prosegue sul Pian Cavallone, passato il bivacco invernale (bel punto panoramico), arriva al bivio (cartelli), a sinistra si scende verso Miazzina, a destra verso Curgei e Cicogna, dopo un breve tratto nel bosco si giunge all'Alpe Curgei e al Bivacco, qui si trova l'acqua.
 Se si vuole guadagnare tempo per il giorno successivo, si può proseguire scendendo verso Cicogna, si trovano alcuni luoghi adatti per un pernottamento "sotto le stelle"...


 Proseguendo si arriva al bel poggio dell'Alpe Varola, scendendo, dopo Premiago, si arriva al torrente che si attraversa sul Ponte di Buia 463 m. la quota più bassa del percorso.
 Da Cicogna si segue il sentiero/mulattiera per l'Alpe Pra, dove si trova il rifugio Casa dell'Alpino (fontana, ultima possibilità di reperire acqua), il sentiero prosegue verso la Colma di Belmello 1589 m. e la Cima Sasso 1916 m.

 Dalla Vetta ci si dirige verso la Cima nord (percorso relativamente lungo, vedi foto 39), la traccia percorre il versante est della cresta, per aggirare alcuni speroni rocciosi (i passaggi a volte non sono immediatamente individuabili); arrivati sulla Cima nord si scende nella vegetazione tenendosi sulla sinistra, verso la Corona di Ghina, giunti a una bocchetta con vista sulla Val Cavrì, una discreta traccia (si incontrano anche segni di vernice rossa), traversa in diagonale il versante est della Corona di Ghina, aggirando le difficoltà fino ad arrivare, alla sommità del prato di Ghina, ad una forcella dove arriva anche il percorso che sale da Cavrua.

le Strette del Casè nella nebbia...

 Inizia il percorso delle Strette del Casè, che, con vari saliscendi, ma senza particolari difficoltà, e in ambiente magnifico, arriva a una forcella che conduce al fornale del Pedum e alla Bocchetta di Campo. Prima dell'ultima salita, solitamente si trova un piccolo rivolo di acqua sulla destra, ma anche per questa fonte non vi è la certezza di trovarla disponibile...).

 Dal rifugio della Bocchetta di campo, si segue il sentiero che conduce a Scaredi, prima seguendo ancora la cresta, e poi, dopo la Bocchetta di Scaredi 2095 m. traversa e scende sul versante nord-ovest della Cima della Laurasca.

 Immagini dell'ottobre 2006

immagini ↑→  



 Foto e testi © www.in-valgrande.it (E-mail)


 Altre immagini del tratto

  Corona di Ghina - Cima Sasso, su :







verso il Torrione...


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