La
Valle di Nibbio (che in realtà è uno stretto e aspro canale (come scriveva il Brusoni "
meglio si potrebbe qualificare per un orrido e angusto burrone..."), è nota anche a chi non l'ha mai visitata per la presenza della
Balma d'la Vegia (vedi
questa pagina); un altro elemento rappresentativo di questo luogo è il caratteristico pinnacolo roccioso chiamato
ul Frà (il frate).
Posto sul fianco destro orografico della valle a circa 600 m. di quota è sopravvissuto all'enorme frana caduta nel
2005 (vedi
questa pagina), e rimane quale silenziosa sentinella che veglia su questo luogo aspro e faticoso ma anche affascinante...

Raggiungere il pinnacolo si presenta molto impegnativo, ma ci si può avvicinare per un tratto, e guardandolo dall'alto si nota sulla sommità [foto
14 e
15], la presenza di alcuni vecchi chiodi da roccia a cui sono fissate delle fettucce ormai consumate dal tempo, segno che qualche temerario aveva raggiunto l'aerea cima...
Nell'area del Parco della
Valgrande e i suoi dintorni, si trova una altra guglia rocciosa somigliante al
Frà (anche se più piccola), lontano da qui, lungo la cresta che porta alla solitaria e dimenticata cime del
Lidesh (vedi
questa pagina), tra i vari spuntoni dell'accidentata cresta si trova anche un pinnacolo chiamato il
Prevet del Lidesh (il prete del Lidesh) [foto
28]...
Ma recentemente ho trovato ancora un'altra guglia rocciosa chiamata con lo stesso nome,
il Fra dell'
Alpe La Piana... (vedi :
questa pagina).
- Sulla dorsale che sale dal Frà... :
Risalendo la
Valle di Nibbio, poco oltre la verticale del pinnacolo de
ul Frà, sulla sinistra (ds. idrografica) si vede un pendio boscoso che si può risalire; su terreno a tratti instabile ci si porta sulla sinistra vicino alla piodata inclinata che si supera in un punto in cui [foto
31], il vecchio sentiero traversava lungo una piccola cengia, più avanti si trovano resti di muretti, testimonianza inequivocabile che anche qui era presente uno di quei sentieri secondari non segnati sulle cartine.
Risalendo la dorsale dove si trovano numerose piante di castagno, il sentiero proseguiva con diversi tornanti arrivando circa 100 metri più in alto rispetto al
Frà in un piccolo falsopiano [foto
39 e
41], dove si vede una piazzola (forse un tempo qui c'era uno spartano ricovero), continuando ancora e poggiando sulla sinistra si giunge nella zona della piccola frana che alcuni anni fa ha interessato questo versante interrompendo un altro vecchio sentiero (quello più basso segnato sulle vecchie cartine), che traversava dalla pendici del
Sasso Grande (quello della ponteggia, vedi
questa pagina).
In questa occasione, dalla frana sono ridisceso nel canale della
Valle di Nibbio, ma dovrebbe essere possibile continuare a risalire questo versante e uscire sul sentiero che traversa dalla sommità del
Sasso Grande.