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Il Sasso Grande...

 
  - Alcune visite al Sasso Grande...

 Il Sasso Grande è l'erbosa cima tondeggiante sopra ad alcuni salti di roccia posta vicino alla piana Ossolana sul versante destro orografico della Valle di Nibbio, ben visibile transitando dagli abitati di Nibbio e Cuzzago.

 Si può raggiungere in circa due ore dal fondovalle e la sua salita è solitamente una delle prime che si fanno in questa zona, per chi inizia a interessarsi a questo versante dei Corni di Nibbio; sul Sasso Grande si possono ammirare le cime, le creste e le valli (sarebbe più corretto chiamarle canali...), che si potrebbero raggiungere, per chi volesse continuare attirato dalla "selvaggezza" di queste zone... o magari può anche decidere di rinunciare e dedicarsi ad altre zone più tranquille e rilassanti, l'ambiente dei Corni di Nibbio non è adatto a tutti...

 La via "normale" segue il sentiero che da Cuzzago (dalla gippabile alle spalle del paese), traversa in diagonale il versante della montagna superando le vallette del Riale Balangeri e del Rio Pianezza; un percorso più "diretto" sale da Nibbio passando nel tratto iniziale lungo le costruzioni della Linea Cadorna; questo sentiero è in corso di sistemazione da parte di alcuni abitanti della zona (dicembre 2014).

 In alto, nei pressi di una giavina, il percorso verso il Sasso Grande si divide, sulla sinistra il sentiero che si sta sistemando (più facile e lineare), sulla destra un altro percorso che traversa e poi sale dal versante della Valle di Nibbio.

 

i bei muraglioni della Linea cadorna...


 
  Sentiero sul versante nord-ovest del Sasso Grande :

   - Il percorso :
(Avvertenze...) Difficoltà EE

 

 Da Nibbio 207 m. posto allo sbocco dell'omonima valle, ci si dirige verso il muraglione in cemento posto a protezione dell'abitato, si scende sulla destra nel torrente che si traversa in direzione dei ben visibili segni di vernice bianca [foto 3] (forse un poco "eccessive" queste segnalazioni iniziali...), e si segue il sentiero che conduce alla mulattiera militare della Linea Cadorna.

 Questo tratto è stato ripulito anche perchè porta ad alcune via di arrampicata [foto 7 - » LINK], superata questa zona il sentiero riprende un aspetto più consono all'ambiente che si sta visitando...

 Si sale traversando una galleria (breve, ma la frontale è utile...), il sentiero prosegue nel bosco salendo a un ripiano dove si trovano dei ruderi 493 m. chiamato Mott di Pultrusutt, si arriva alla base di una piccola giavina dove si traversa sulla sinistra in leggera discesa e si raggiungono i resti di un altro alpetto a 641 m. [foto 21 e 22]

 Il sentiero (contrassegnato da tagli col falcetto e segni di vernice), prosegue traversando il fianco della montagna in direzione di Cuzzago per aggirare il salto di roccia soprastante; si trovano alcuni segni (resti di muretti) che testimoniano la presenza di un vecchio sentiero, e poi si arriva in un canalino erboso con alberi [foto 28] che si risale fino ad un bel poggio panoramico a circa 822 m. alle cui spalle si trova la parete rocciosa terminale del Sasso Grande [foto 31], che si raggiunge salendo sul fianco sinistro (nord) dove si trova una croce in legno [foto 35 e 39]. Qui bella vista in particolare verso la Valle di Nibbio e la sua frana, il Lesino e il Pizz d'la Vugia...

 Da Nibbio al Sasso Grande, circa 2 ore.

 

     - Ritorno a valle :

 Proseguendo la salita sulla dorsale (come fatto in questa occasione), si incontrano i ruderi dell'Alpetto del Sasso Grande ca. 890 m. dove si può ammirare anche una interessante piccola balma [foto 41], si prosegue la salita su tracce saltuarie (ma il percorso non presenta difficoltà di orientamento), fino a raggiungere la selletta alla base del salto di roccia del Mott Gianin [foto 49], in questa occasione siamo scesi sulla sinistra (nord), nella valletta del Rio Pianezza zona che non molto tempo fa era pascolo, e dove ora si trova un fitto boschetto costituito in gran parte da noccioli.

 Si scende seguendo i segni dei tagli col falcetto fino ad una carbonera a circa 936 m. [foto 55] dove bisogna iniziare a traversare verso destra (nord) cercando sempre i tagli ed anche vecchi segni di vernice rossa ormai sbiaditi, e si incontrano lungo il percorso i ruderi dei tre alpetti posti su questo versante.

 In seguito la traccia diventa un poco più evidente e si supera il Riale Balangeri arrivando a incrociare la mulattiera militare sul percorso che sale alla Vugia; si scende alla zona con le trincee ed infine si raggiunge la gippabile che scende alla spalle di Cuzzago (a un tornante si vede l'inizio del sentiero per la "via normale" al Sasso Grande).

 

 Sentiero sul versante sud-ovest del Sasso Grande  : 

  - Il percorso : (Avvertenze...) Difficoltà EE

 Seguendo il percorso che sale da Nibbio descritto sopra, si arriva alla giavina (sul bordo destro (sud) traversa il vecchio sentiero, qui poco visibile, che ho percorso al ritorno), in questa occasione sono risalito direttamente verso la parete rocciosa del Sasso Grande, lungo il percorso si trova qualche ometto, poi vicino alla parete si traversa in discesa sulla destra dove si passa da una piccola balma [foto 8], e si raggiunge la marcata traccia di sentiero segnalato da ometti e da qualche segno di taglio col falcetto.

 Il sentiero, che, visto anche l'ambiente circostante, presenta il tipico aspetto "Valgrandino"... traversa il fianco della montagna ed entra in un primo canale [foto 13] con un facile passaggio su roccette (a valle ci sono due alberi a cui ci si può appoggiare per maggiore sicurezza), qui in verità, il sentiero originala traversava a valle delle piante, dove si possono ancora vedere i sassi messi appositamente, e una vecchia ponteggia che li sosteneva...

 Si traversa il canalino ritrovando degli scalini [foto 14] e poi si raggiunge il largo pendio boscoso che porta alla selletta vicino alla quota 822 m. dove giunge anche il sentiero che sale dall'altro versante, da qui in breve si può salire sul Sasso Grande.

 (In questa occasione dopo aver salito un tratto nel bosco ho invece deviato sul fianco del versante seguendo una labile traccia poi scomparsa e dovendo così risalire il ripido versante che guarda sulla la Valle di Nibbio per giungere sulla cima [foto 17, 18 e 19] alla fine, sconsigliabile...).

 Al ritorno ho seguito il sentiero integralmente, sentiero che, dopo il punto raggiunto in discesa, diventa poco visibile; si trovano ometti e alcuni tagli, ma la traccia è quasi scomparsa.
 Si scende nel bosco e dopo un traverso in piano si ritorna alla giavina dove si trova un piccolo ometto [foto 27], questo tratto percorso in salita, non è facile da individuare, stante queste condizioni, credo sia consigliabile seguire il percorso descritto, in modo da avere il chiaro riferimento della parete rocciosa che permette di arrivare facilmente alla traccia più marcata...

 

 Ritornando all'ingresso della Valle di Nibbio (dove si sta attrezzando un'altra parete di arrampicata [foto 31], sono entrato nella piccola valletta alle spalle della parete, (zona già visitata durante uno dei primi giri fatti in questa zona), in alto si trova un altro tratto della Linea Cadorna che risulta in parte "nascosta".

 (La salita della valletta è ancora come mi ricordavo quando ero stato qui parecchi anni fa, terreno molto ripido e franoso, tra i rovi ed altre piante spinose, veramente disagevole...). In alto si trovano alcuni tornanti della mulattiera (invasa dai rovi e dalle felci), anche questo tratto (come quello ripulito e percorso in precedenza), pare incompiuto... l'ipotesi è che fosse prevista proprio qui la via di accesso alla mulattiera posta più in alto, questa valletta non è visibile dal fondovalle e perciò doveva risultare più protetta da un eventuale esercito invasore...

 All'inizio della mulattiera posta sul versante che guarda sulla piana Ossolana, si trova una breve galleria, questo poteva essere il punto previsto di collegamento con questa...

 Verso sud si vedono gli spuntoni rocciosi che nascondono la vista dell'abitato di Nibbio, (l'obelisco posto più in basso [foto 39] si può raggiungere salendo verso un strettoia nella roccia), il fatto che i segni della "civiltà" siano nascosti, e la vista dei dirupi posti all'ingresso della Valle di Nibbio, conferiscono all'ambiente una atmosfera particolare... se non fosse per i rumori del traffico che scorre a poca distanza, sembrerebbe proprio di essere in un altro mondo...

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 Foto e testi © www.in-valgrande.it (E-mail)

   - Un collegamento più "diretto" tra la giavina e la quota 822 m. :

 Un percorso (più impegnativo e senza sentiero) collega la quota 822 m. con il bosco dove si trova la piccola giavina; (in questa occasione seguito in discesa, ma naturalmente è preferibile in salita...).

 Dalla quota 822 m. si prosegue verso sud-ovest poggiando sulla destra, e scendendo al pianoro sottostante dove si vede un caratteristico spuntone roccioso [foto 1, 2 e 6], si scende nel ripido canalino sulla destra e si prosegue la discesa cercando il percorso migliore, traversando poi ancora sulla destra ci si affaccia sul versante dove sale il canalino erboso del primo percorso.

 Si continua invece traversando sulla sinistra, e rimanendo sopra allo sperone roccioso della foto 7 si esce su un pendio erboso che sembra terminare sopra un salto, portandosi sulla sinistra ci si affaccia ad una cengia (infestata dai rovi) discendente che permette di raggiungere il bosco sottostante, traversando ancora sulla sinistra, in discesa, si giunge alla piccola giavina.

 Una alternativa interessante che però, vista la presenza dei rovi lungo la cengia, è consigliabile solo ai pochi "amatori" di questi percorsi un po' "spinosi"...

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Immagini :     Foto e testi © www.in-valgrande.it
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