Si parte da
Porcelli 255 m. paesino poco più a nord di
Cosa frazione del Comune di
Trontano (parcheggio di fianco al torrente), si segue Via Pizzo Menta per un breve tratto e poi si continua costeggiando il
Rio dei Porci (i toponimi fanno naturalmente intuire che un tempo qui l'attività prevalente era l'allevamento dei maiali); si segue il sentiero e a un bivio si sale sulla destra (sud) per poi imboccare un canalino ripido dove si trovano resti di tratti gradinati.
Giunti (con Andrea, Francesco e Stella) su un poggio panoramico, il percorso prosegue su terreno meno ripido lungo la dorsale, raggiungendo l'Oratorio della
Madonna delle Grucce da dove traversiamo verso sud per una breve visita a
Cosasca 548 m.
Ritornati all'Oratorio si segue il sentiero segnalato che sale alle spalle della costruzione, verso i 600 m. si lascia il sentiero principale per seguire una traccia che traversa verso il
Rio dei Porci, si passa da alcuni ruderi e arriviamo al torrente dove la traccia si perde, saliamo allora con percorso libero sul versante sinistro idrografico cercando il punto dove poter traversare.
Si può salire lungo un canalino poco accentuato [foto
17], oppure sulla crestina alla sua sinistra con qualche breve passaggio di arrampicata; (ogni tanto, percorrere qualche tratto fuori sentiero può rendere più interessante l'escursione...), e si sbuca sul sentiero che giunge dalla dorsale de
La Colla posta più a sud; interessante la presenza di un travetto che ancora sostiene il muro del sentiero, e le pontegge che agevolavano il passaggio di uno speroncino roccioso... [foto
20 e
21].
Dopo le pontegge si scende al canale del
Rio dei Porci (in questa occasione, l'acqua era quasi assente), il sentiero risale il versante opposto dove la vegetazione ormai lo nasconde, ma si vedono tra l'erba tratti con gradini, un tempo doveva essere certamente un bel sentiero.. più in alto il percorso diventa meno evidente (si trova qualche sporadico segno di vernice rossa), e si arriva all'
Alpe I Curt 1139 m. bel punto panoramico; di fronte si vedono le piste da sci di Domobianca e si vede anche la vicina città di Domodossola, tutto un altro "mondo" rispetto ai luoghi dove ci troviamo...
Una breve sosta a
I Curt e lasciando questo soleggiato versante, traversiamo verso nord-est nella ripida faggeta all'ombra, dove il terreno gelato richiede attenzione, superato un primo canalino si raggiunge un secondo canale roccioso dove sono presenti diverse tacche nella roccia che agevolano il passaggio, attraversamento che con la roccia asciutta e pulita non presenta problemi, in questa occasione alcune tacche erano rivestite di ghiaccio, questo ha reso il passaggio molto insidioso... [foto
35] (non ci sono possibilità di assicurarsi eventualmente con una corda).
Giunti sul versante opposto e ritornando al sole, si risale il ripido versante avendo sulla sinistra un versante in parte roccioso, dopo un tratto lo si traversa su cenge e risalendo ancora su balze rocciose miste a erba [foto
36], si sbuca su una dorsale dove si trova una pianta con tagli (utile in discesa, per sapere appunto quale è il punto dove iniziare a scendere); si prosegue la salita nella faggeta su terreno facile fino a incrociare un sentiero che traversa, lo si segue verso nord giungendo al pianoro innevato dell'
Alpe Arsa 1282 m. (in realtà, sulle vecchie mappe l'alpeggio è chiamata
Arva (o anche
Narva)... questo dovrebbe essere il toponimo corretto; da qui, risalendo la dorsale, si può raggiungere l'Alpe Drisioni).
Scendendo invece la dorsale si raggiunge velocemente l'
Alpe Cerisola poche decine di metri più in basso, da
Cerisola seguendo segni di vernice rossa sugli alberi scendiamo nel bosco nuovamente esposto a nord, e perciò su terreno gelato che richiede sempre attenzione, e si scende così alle prime baite dell'
Alpe Gambatorta 1015 m. alpeggio composto da almeno tre nuclei di baite sparsi su questo versante.
A
Gambatorta, in una delle baite, oltre agli usuali oggetti e attrezzi di uso comune, troviamo quello che dovrebbe essere un
frangi cagliata [foto
49], ancora in ottimo stato di conservazione...
Dalle ultime baite poste a sud, si traversa in direzione sud-ovest raggiungendo la dorsale della
Croce Varione 905 m. (qui un tempo era presente una croce in legno, che naturalmente non ha retto al trascorrere del tempo, come quella che c'era vicino all'Alpe Curtin sulla dorsale verso il Mottac).
Si scende con percorso libero lungo la dorsale arrivando a
Varione 835 m. da dove si traversa verso nord su una bella mulattiera, poco prima di una costruzione in cemento (presa d'acqua), si trova un bivio e si segue la traccia che torna verso sud-ovest; traccia che poi diventa discontinua, e allora si scende verso le baite che si vedono in basso, si tratta di
Calderà dove si nota una "coppia" di grossi castagni.
Da
Calderà si può anche traversare subito verso sud, raggiungendo poi il sentiero, ma conviene scendere brevemente verso il pianoro di
Mozzio dove si trovano le antenne (ben visibili transitando sulla piana Ossolana), che possono anche servire da riferimento; e si imbocca il
Sentiero delle Spose che nel tratto iniziale è molto "tranquillo", si trovano anche tagli abbastanza recenti e tratti su roccette dove sono state installate delle "protezioni" [foto
67] forse eccessive e non proprio necessarie...
Rientrati nel bosco, il percorso cambia aspetto, si giunge in una zona dove i tagli recenti portano a traversare in leggera salita verso una dorsalina affacciata sulla
Val di Là, qui i tagli scompaiono, c'è il dubbio che qualcuno abbia iniziato a ripulire il sentiero, ma non si è accorto che in questa zona bisogna scendere alcune decine di metri, per traversare la dorsalina su roccette miste a erba; qui si ritrovano i tagli, ma sono quelli "vecchi"... tagli che saranno presenti per tutto il successivo percorso.
Link alla cartina ↓
Si traversa in discesa affrontando diversi tratto in mezzo ai rovi (meglio non venire qui con indumenti nuovi o costosi...), comunque il percorso del sentiero è sempre abbastanza evidente per la presenza dei tagli e anche di segni di vernice gialla ormai scoloriti; proseguendo ci si affaccia sul versante che scende nel canale della
Val di Là, con percorso a tornanti tra i rovi, cercando i resti del vecchio sentiero, si scende al rio dove solitamente è presente l'acqua (su una roccia piatta, la data
1914), il sentiero traversa la dorsalina tra i due canali, e poi scende al
Rio dei Porci con un ultimo passaggio su una ponteggia (cavetto sul fianco della parete), superato il rio, una buona traccia traversa, e in salita si ritorna in breve all'Oratorio della
Madonna delle Grucce, da dove ritorniamo a
Porcelli lungo il percorso seguito all'andata.
Immagini del febbraio 2017 - Difficoltà
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