- Il percorso : (Avvertenze...)
Arrivati a Varola 921 m. provenendo da Curgei, in questa occasione con Andrea, siamo scesi direttamente (poggiando un poco sulla destra con percorso libero, non ci sono sentieri), verso il Rio Pobbiè avendo di fronte la dorsale opposta che all'inizio appare boscosa e senza problemi, ma poi, avvicinandosi al torrente, si vede che diventa più ripida e in parte rocciosa nella parte terminale.
La discesa avviene nel bosco ripido, in questa occasione pulito dalle foglie (che abbiamo ritrovato tutte in basso vicino al torrente, lì portate dal forte vento presente nel periodo precedente); giunti al Rio Pobbiè a circa 700 m. lo si traversa alcune decine di metri a valle della bella cascata di foto 19 e 21 e si trova un sentierino che sale con larghi tornanti il pendio molto ripido, giunti al bosco soprastante, con pendenze più agevoli si sale trovando i primi muretti che solitamente testimoniano la presenza di un alpeggio nelle vicinanze.
Si passa prima da alcuni ruderi [foto 26], poi più in alto si giunge all'Alpe Pobbiè 950 m. corposo alpeggio posto su questo sperone in parte roccioso, e ormai circondato dal bosco; in una baita diroccata si vedono ancora tracce del vecchio fieno [foto 32], ma la cosa più interessante è naturalmente il piccolo affresco raffigurante la usuale Madonna di Re posto in una piccola "finestra" sul muro di una baita (affresco che, rivisto dopo otto anni, ha fortunatamente subito solo un minimo degrado..).
[Dall'Alpe Pobbiè si può proseguire lungo la dorsale verso la Soliva e con bel percorso panoramico, alla Cima Cugnacorta, vedi : questa pagina].
Dopo un giro tra le baite si imbocca il sentiero (ancora in discrete condizioni), che traversa tutto il fianco della montagna in direzione di Corte Morgin, in alcuni tratti rocciosi, e traversando i canalini, si trovano i muretti costruiti per facilitare il percorso; a 933 m. si passa da Corte Ginestro, e in seguito il sentiero traversa il canale che scende dal versate della Soliva e si porta vicino al Rio Pobbiè nella zone in cui si congiungono i riali che scendono dalla Val Morgin, dal Colle della Forcola e dalla zona di Magente, infine si giunge a Corte Morgin ca. 933 m.
A Corte Morgin si trova un caratteristico grosso faggio ben noto... dopo una visita all'alpe (su due architravi si legge la data 1886...), si risale il pendio raggiungendo il nucleo di baite intermedio, una delle quali è posta in bella posizione panoramica [foto 53], si continua sul sentiero che traversa verso l'alpeggio posto su uno sperone panoramico, l' Ör dal Vin 1082 m.
In quest'ultimo alpeggio, da segnalare [foto 57] un affresco che probabilmente era identico a quello dell'Alpe Pobbiè, ma che purtroppo è irrimediabilmente perso... inoltre a monte delle baite, dove inizia il sentiero che sale verso il Colle della Forcola, una roccia con delle interessanti [foto 60 e 61], incisioni rupestri che, nonostante i numerosi alpeggi presenti, sono poco frequenti in questa zona...
Ritornati a valle, dopo una rilassante pausa nei pressi del Rio Pobbiè (dove si potevano osservare alcuni degli infiniti aspetti che la natura ci mostra, da quelli più "forti" e evidenti, come le conseguenze delle slavine sul bosco, con numerose piante divelte, ad altri più "delicati" che a volte non tutti sanno cogliere, come le effimere sculture di ghiaccio che i primi germogli cercano di contrastare...), il percorso riprende salendo sul versante opposto dove all'inizio il sentiero è scomparso causa il terreno franato, ma lo si ritrova poco più in alto nel bosco nei pressi di una piazzola dove sono presenti dei resti di muretti, dopo un tratto si vede sulla sinistra il sentiero che sale verso Il Casà, invece si continua traversando più o meno alla stessa quota (si trova qualche vecchio segno di vernice rossa sugli alberi), ritornando così a Varola, e concludendo così questo interessante anello (rimane comunque da fare la risalita verso Curgei e la discesa alla Cappella Fina...).
Tempo per il giro descritto, circa 8 ore.
Aprile 2015 - Difficoltà EE